Ogni gara è una gara, ed in quanto tale non possono mancare elementi come agonismo, competizione, tattica, adrenalina. Ma se a tutto questo aggiungi il piacere del buon tempo condiviso, allora non c’è lontananza che tenga per non decidere di viversi la tradizionale gara del Trofeo Città di Montefredane. Ed è proprio questo clima, unico e conviviale come pochi, che ha permesso ai 200 atleti al via di poter rompere gli stereotipati schemi agonistici e vivere finalmente un evento diverso ed unico nella sua particolarità.

Quale? Quella innata, quella che si può imitare ma non replicare, quella insita nella storia e nel modo di essere di Carmine e Jean. Due persone che, circondate da un gruppo di Amici prima ancora che compagni di team, hanno saputo lasciare – come sempre ci hanno abituato – un pezzo del loro cuore, e dunque del loro modo di intendere e proporre il momento podistico.

LA GARA

Per quanto proposta in un nuovo abito, il centro pulsante della manifestazione resta la bellissima Piazza Municipo: una vera e propria terrazza da cui poter gustare la bellezza delle diverse realtà avellinesi, nonché la storia intrisa negli edifici storici che la popolano. Tra questi, il bellissimo Castello che ha ospitato il momento emozionante della cerimonia di premiazione. Tra un selfie di gruppo e la forte tentazione di rimanere a guardare il panorama, alle 9:40 in punto è partita la gara. Un percorso certamente tecnico, quest’anno reso più spettacolare da 4 giri di 2200m abbastanza impegnativi e che hanno visto gli atleti partire in discesa per poi ritornare in zona partenza/arrivo in piena salita. Insomma, la gestione delle energie è stata l’ago della bilancia per chi ambiva all’aspetto agonistico, oltre che l’unica strada da percorrere per fare la differenza nella classifica generale.

GARA MASCHILE

Un solitario Yahya Kadiri (CarMax Camaldolese) non ha lasciato alcuna speranza agli avversari in gara: con ampio margine e regolare sul passo del 3’15”/km per i primissimi giri, sarà lui a portarsi a casa la vittoria con un lecito piccolo appesantimento nel giro finale che lo ha portato a chiudere sul 28’42”. Suo anche il premio cumulativo per aver bissato la vittoria della 1° edizione della Valle del Sabato. Alle sue spalle ritroviamo comunque i colori della camaldolese, con il sempre competitivo Giovanni Vitolo. Bella la lotta in casa Isaura, tra Prisco D’Arco e Carmine Luce: il troppo impeto giovanile di quest’ultimo lo ha portato avventatamente ad una eccessiva accelerazione iniziale; ma ottima comunque la sua caparbietà nel riuscire a battere di soli pochi metri il compagno di team.

GARA FEMMINLE

Anche qui una conferma, anche qui bis di vittorie: è Filomena Palomba (Caivano Runners) a diventare la nuova regina di Montefredane, e lo fa gestendo perfettamente il circuito e portando a casa un 3’55” al km ed un 34’27” finale. Alle sue spalle una giovanissima e promettente Annamaria Naddeo (Running Club Napoli): appena due minuti dopo la vincitrice, porta a casa un’ottima prova di costanza e regolarità, senza discostarsi dai ritmi avuti per tutto l’andamento della gara. Chiude la triade femminile il sorriso gioioso, nonché portabandiera della Running Saviano, di Elena Popa: laureatasi recentemente come campionessa italiana di supermaratona, si porta a casa un terzo gradino del podio che conferma la sua crescita agonistica anche sulle brevi distanze.

La gara ha ospitato anche il Campionato Italiano US ACLI: la bellezza di poter festeggiare in casa per i due compagni del team organizzatore, Gaetano Cucciniello ed Immacolata Patrizia Barresi.

Classifica di società che va nettamente alla CarMax Camaldolese, con già soli 7 atleti dei 36 in gara nelle prime 10 posizioni.

Emotiva, coinvolgente, genuina: bella la città di Montefredane, bello il Trofeo che la fa rinascere almeno una volta all’anno; bella la Run For Life. Un gruppo di persone complici, capaci di mettere da parte il singolo interesse per un bene collettivo: il bene che si vogliono, il bene che riconoscono a Carmine e Jean, e che quest’ultimi hanno la capacità di riversare a chi gli sta intorno. E dunque…quel bene che non chiede nulla in cambio.

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