Lo possiamo ufficialmente dire: questo è l’anno della rivincita dello Sport italiano!

A farci gridare a gran voce questa considerazione sono i tanti risultati registrati: dal calcio, ai giochi olimpici e paralimpici, per finire con la pallavolo. Ed è giusto soffermarsi proprio sui recenti Giochi! dopo il grande successo vissuto con le forti emozioni delle Olimpiadi, adesso a continuare questa ondata positiva sono stati i nostri fantastici ragazzi delle Paralimpiadi.

Possiamo dirlo: è record di Medaglie! Nel 2016, infatti, alle Paralimpiadi di Rio, l’Italia vinse in tutto 39 medaglie, 10 delle quali d’oro. Quest’anno l’Italia ha fatto sue ben 69 medaglie: con il nono posto nel medagliere paralimpico, si contano 14 ori, 29 argenti e 26 bronzi.

PARALIMPIADI TOKYO2020

E’ soprattutto il nuoto ad aver dato un grande contributo a questo bottino italiano: Carlotta Gilli (Categoria S13) e Stefano Raimondi (Categoria Sb9)  da soli hanno conquistato a testa ben cinque medaglie individuali, con tanto di Record del Mondo. Ma non è l’unico risultato da pelle d’oca!

Proprio nella penultima giornata, così come era successo con l’Atletica Olimpica, quella Paralimpica ha regalato emozioni che vanno oltre ogni sensibilità umana: il dominio italiano del podio nella finale dei 100m donne è stata la ciliegina sulla torta che nessuno scrittore degno di fama avrebbe mai potuto pensare come finale di una bellissima storia. Nel giro di pochissime ore Ambra Sabatini, Martina Caiorni e Monica Contrafatto sono andate oltre ogni possibile previsione, con un Record del mondo sulla distanza riscritto per ben tre volte: a cominciare è la Sabatini nella sua batteria, sorpassata poco dopo dal 14″37 della Caiorni, a sua volta sorpassata in finale dalla Sabatini con uno strepitoso e sensazionale 14″11.

Tanti, in ogni caso, i record registrati a Tokyo, tra quelli paralimpici e quelli mondiali; sintomo che questo anno pandemico ha creato certamente molte attese, tanta determinazione e voglia di mettersi in gioco. Una voglia che in questi ragazzi non è mai mancata, spinti dalle proprie disabilità a cercare obiettivi sempre più grandi.

SPECIALI? DI PIU’: UNICI QUANTO UN “COLIBRì”

Spesso la tendenza è quella di definirli “speciali”, quasi a volergli riconoscere subito una superiorità umana; in realtà, questa forzata sensibilità a volte rischia di creare ancor di più un senso di diversità di cui sono consapevoli e che hanno imparato ad accettare combattendo con la vita e con le sfide che essa propone.

Ecco perchè definirli “speciali” è sì un modo carino, ma non il migliore per poterli rappresentare: si tratta infatti di esseri umani, persone esattamente come noi che vanno avanti grazie ad un cuore che pulsa nel loro petto. Ma, a differenza di noi “abili”, hanno la capacità di far pulsare quel cuore probabilmente alla stessa velocità di un colibrì: un uccello diverso da tutti gli altri, con un ritmo cardiaco di 1200 battiti al minuto ed 80 colpi di ali al secondo; se gli impedisci di battere le ali, lui muore. Eppure, non viene mica definito speciale. Bensì, un miracolo della natura!

Ecco cosa li rende realmente diversi da noi: questa esigenza continua di rinascere, di non arrendersi alla vita; sentire quella pulsazione interiore che gli dia uno scopo, che dia una risposta ai tanti “perchè”, alle tante lacrime che spesso restano chiuse nelle mura di una stanza. Speciale? Non c’è niente di speciale in una persona che non può mangiare da sola perchè non ha le braccia per farlo; niente di speciale in qualcuno che ha dovuto improvvisamente riadattare tutto il suo corpo perché ha calpestato una mina; non c’è niente di speciale in qualcuno che non saprà mai che colore abbia un bel tramonto.

OLTRE L’UMANITA’: MERAVIGLIOSAMENTE DISABILI

Ma… c’è dello speciale nelle loro scelte, nella loro voglia di vivere, nel loro costante sorriso che abbatte quella disabilità e ce la getta in faccia tutte le volte che proviamo anche solo a lamentarci per minuziosità. Esseri umani esattamente come noi che ci definiamo “abili”, ma che in realtà rimarremo per sempre disabili nella nostra diffusa limitata mentalità.

E dunque…Esseri umani con qualcosa in meno che, tuttavia, gli ha restituito interiormente qualcosa in più di grande, profondo, speciale, di… Meravigliosamente Disabile.

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